È stato invitato dall’Assessorato alla Cultura – Biblioteca Civica a presentare il suo ultimo libro su Pasolini, nonché una precedente pubblicazione ‘Come Sugli Alberi Le Foglie’, che racconta il mondo di inizio Novecento in cui visse anche Carlo Bonomi.

Tracciò la figura di Antonio Sant’Elia, architetto che sarebbe morto nella prima guerra mondiale, che progettò le città del futuro.

Gli uomini che hanno capito che Milano sarebbe stata la città dell’avanguardia hanno provato il brivido del cambiamento.

L’architetto Biondillo si è fermato alla stazione Nord di Turbigo per osservare l’antico edificio comunale turbigese, che a suo dire era di grande pregio architettonico pensato per un centro di 100mila abitanti.

L’autore ha detto che il visionario che ha catalogato i “mostri” che aveva dentro di sé, compresa la sua passione per i figli della vita, è stato un grande intellettuale del Novecento.

Un marxista-ateo intendeva difendere i valori della tradizione e combattere quella ‘civiltà dello spreco’, che era il risultato di un consumismo sfrenato che annulla le stratificazioni culturali del passato.

Ha scritto il libro su Pasolini 21 anni fa, quando era studente al Politecnico di Milano, e solo di recente l’editore ha chiesto all’autore di ripubblicarlo.

Nei suoi scritti Biondillo metteva in luce il “talento pungente” di Pasolini, dove le cascine lombarde erano più importanti dei grattacieli.

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