Il gruppo statunitense è stasera al terzo ed ultimo appuntamento nel nostro Paese al Locomotiv Club di Bologna, ed è composto dai coniugi Ian Devaney e Aidan Noell.

Il brano ci riporta subito a timbri anni ’80 pieni di sintetizzatori e piacevolissime percussioni saltellanti che, come dicevamo prima, saranno tutte fornite da una drum-machine vista la mancanza di un batterista dal vivo.

Devaney prende in mano la sua chitarra per la prima volta stasera in “The Grey Commute”, che aggiunge chiarezza al loro suono.

Devaney alterna una sorta di parlato con una voce dalla buona sensibilità melodica e appassionata, passando in pochi istanti da sensazioni post-punk ad altre più raffinate su “The Motorist”.

“The Wall & I” chiude il mainset con grande convinzione ed è capace di trascinare il pubblico in un sincero battito di mani che sfocia in una grande voglia di ballare.

Dopo un paio di minuti di pausa, i Nation Of Language tornano nuovamente sul palco del Locomotiv Club per il bis di un paio di canzoni: prima il recente singolo “From The Hill”, che ci ha dato l’impressione di essere più riflessivo del loro precedente materiale, quindi “Across That Fine.

L’ultimo shock per i presenti è fornito dalle eccellenti melodie di chitarra e dagli elementi elettronici progettati dalla band statunitense.

Nonostante la mancanza di un batterista che, a nostro avviso, aggiungesse ulteriore forza al gruppo di Brooklyn, i Nation Of Language hanno dato una marcia in più e hanno sicuramente fatto venire i tanti fan che sono venuti a vederli.

La nazione della lingua è oggetto di un video.

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