L’Europa è pronta a chiudere definitivamente i battenti al gas russo? è una domanda che si pongono le capitali europee. Se vogliamo smettere di finanziare la guerra di Putin, il già piccolo spazio negoziale dell’UE si riduce e l’embargo su petrolio, carbone e gas russo viene accelerato. Il chiarissimo voto di ieri al Parlamento Europeo, in cui tutti gli eurodeputati italiani hanno votato in modo compatto a favore, è un messaggio politico molto chiaro per Commissione e Consiglio Ue, e rende molto concreto l’embargo. Se la sorte del carbone e del petrolio sembrava già scritta nel quinto pacchetto di sanzioni, Von der leyen ha già chiesto l’embargo sul carbone, nonostante la dipendenza tedesca), per il gas la situazione è ben diversa, sia in termini di valore. La sicurezza energetica della Germania è stata consegnata alla Russia di Putin dal suo predecessore come cancelliere, che è di un colore politico diverso dal suo. Sanno che i governi precedenti li hanno messi nelle mani di Putin e quindi hanno un problema di una certa portata per quanto riguarda uno stop immediato al gas russo. Se la Germania tagliasse il gas russo, perderebbe il 3% del suo PIL in 18 mesi e ci vorrebbero almeno 10 anni per riprendersi. E’ possibile embargo il gas russo, sono già stati programmati interventi attraverso il programma Repower Eu e lo stoccaggio del gas. Le soluzioni che abbiamo oggi per sostituire il gas russo sono costose. Gli Stati Uniti, che vendono gas da fonti non convenzionali, sono in trattative con il Qatar che potrebbero portare a un sostituto della Russia nella fornitura di gas all’UE e al resto del mondo. I paesi africani, che hanno alcuni dei più grandi giacimenti di gas del mondo, potrebbero sostituire la domanda annuale della Russia fino a 190 miliardi di metri cubi. Non dobbiamo commettere lo stesso errore di investire in nuove infrastrutture che porterebbero a una nuova dipendenza economica ea costose conseguenze sociali e climatiche, perché abbiamo chiarito che avremo bisogno di gas a breve termine. Nel caso dell’Italia, l’aumento del gas domestico non rappresenta una soluzione sostenibile, con solo un piccolo aumento delle importazioni di gas russo. Risparmio sul riscaldamento, efficienza energetica e sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore sono alcune delle misure pratiche su cui sarebbe meglio puntare. La Russia ha agito e attaccato perché sa che quelli che chiama “paesi ostili” versano nelle sue casse quasi un miliardo di euro al giorno.

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