Quando gli spaghetti vengono cotti in acqua bollente, vengono utilizzate le equazioni che ne prevedono il comportamento. Gli spaghetti hanno sempre causato mal di testa ai fisici. È quasi impossibile spezzare in due uno spaghetto quando lo si prende alle estremità, come ci ha spiegato il grande Richard Feynman. La risposta ha a che fare con il modo in cui l’onda d’urto della prima rottura si diffonde lungo gli spaghetti, e i fisici francesi l’hanno trovata nel 2005, guadagnandosi l’IgNobel, un premio annuale per la migliore ricerca. O’Reilly dell’Università della California a Berkeley ha studiato cosa succede agli spaghetti quando sono in acqua bollente. Se togliete un pezzo di spaghetti dall’acqua e lo mettete su un piano, manterrà la curvatura acquisita. Pasta adatta. Due scienziati hanno scritto equazioni che prevedevano il comportamento di uno spaghetto cotto, concludendo che ci sono tre fasi. Innanzitutto la resa: la pasta si gonfia per l’acqua che si mescola all’amido e comincia a curvarsi formando degli archi, con le estremità appoggiate una sul fondo e l’altra sul bordo della pentola; poi sistemati: metà degli spaghetti tende ad appoggiarsi sul fondo e l’altra. Per verificare le loro equazioni, i due ricercatori hanno lasciato uno spaghetto in acqua a temperatura ambiente per due ore e lo hanno fotografato ogni 15 secondi. Potete leggere il nuovo Focus in edicola.

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