I civili disarmati stanno morendo sotto le bombe di Putin così come sotto le guerre che anche le democrazie occidentali hanno combattuto negli ultimi anni. Non si può dire di aver fatto tutto il possibile per inserire la Russia in un processo di integrazione con ‘l’Europa’ perché nessuno pensava che questo potesse cambiare il giudizio sull’orrore che quell’ascesa ha causato. Abbiamo il dovere di esprimere l’orrore di questa guerra di aggressione scatenata da Putin. Le immagini di intere città assediate e rase al suolo, dei bombardamenti a tappeto su ospedali, scuole e rifugi, delle deportazioni di civili in Russia, dell’uso di bombe a grappolo e missili termobarici, di tutte le armi ad alto impatto distruttivo sui centri abitata e infine le terribili e più recenti immagini di Bucha che ci sconvolgono in queste ore ci riportano a una guerra medievale in cui non si applicano regole e in cui l’umanità cede selvaggiamente alla barbarie. Abbiamo il dovere di sostenere coloro che si battono per difendere la propria libertà, democrazia e integrità territoriale del proprio Paese. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare a questa guerra come a un conflitto su una disputa territoriale con una semplice finalità espansionistica. La guerra si configura come una sfida alle democrazie occidentali, e una sfida a definire nuovi equilibri governati dal diritto del più forte e non dal diritto internazionale. L’Europa è definita la sfida più difficile da quando è nata a causa del sacrificio compiuto dalla sua gente nel secolo scorso. È necessario interrompere l’approvvigionamento di gas e petrolio dalla Russia perché questo è un prezzo molto alto per i popoli europei ma l’unico che potrebbe porre fine a questa guerra è il taglio delle linee di finanziamento. La Russia dovrebbe essere parte di un processo di integrazione per garantire un nuovo ordine globale basato sulla pace, stabilità e convivenza pacifica tra i popoli attraverso il quale preparare l’umanità. La sfida più difficile per l’Europa è difendere la pace e la democrazia.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *