C’è oggi l’udienza per il processo sulla morte di Stefano Cucchi in cui due carabinieri sono stati condannati a 13 anni di reclusione. Dopo 150 udienze e 14 gradi di giudizio, secondo l’avvocato della famiglia Cucchi è un momento di grande tensione. Ho fiducia e speranza nella giustizia e non dimentico mai che le persone che la Corte Suprema sta valutando oggi non sono le stesse persone che valuterà il 7 aprile nel processo per depistaggio: ho il diritto per me e per i miei figli. Tomaso Epidendio, il Pg della Cassazione, ha chiesto di confermare le condanne per omicidio colposo a carico di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, e la relativa pena di 13 anni di reclusione, nonché la condanna a 4 anni per falsità nei confronti del. Il Pg ha chiesto la cancellazione con rinvio in relazione al trattamento sanzionatorio per la responsabilità dello stesso reato a carico di Francesco Tedesco. I giudici hanno confermato nel verdetto del ricorso i fattori di futili motivi. Tutte le persone che sono venute in contatto con lui dopo il pestaggio sono rimaste colpite dalle condizioni di Cucchi. Possiamo davvero credere che così tante persone stiano tramando contro i carabinieri?. “Si tratta di persone professionalmente preparate che si trovano ad affrontare una reazione prevedibile, e nemmeno la più eclatante, durante l’arresto di Stefano Cucchi che rifiuta di sottoporsi alla fotosegnalazione”, afferma il Pg. Il pestaggio effettuato dai carabinieri nella caserma Casilina fu una punizione di straordinaria gravità e fu caratterizzato da una sproporzione con l’atteggiamento poco collaborativo del Cucchi. Il Pg ha chiesto conferma delle futili ragioni degli imputati. La Suprema Corte decide la sorte di due carabinieri condannati in appello.

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