E’ quanto affermano 65 teologi ortodossi, vicini a Costantinopoli, in un documento che condanna la benedizione del patriarca di Mosca, Kirill, alla guerra in Ucraina. Il sostegno di molti membri del Patriarcato di Mosca alla guerra del presidente Putin contro l’Ucraina è una forma di fondamentalismo etnico-religioso. Questo modo di pensare ha un centro politico comune (Mosca), un centro spirituale comune (Kiev come la madre di tutta la Russia), una lingua comune (il russo) e una Chiesa ortodossa comune. Come la Russia ha invaso l’Ucraina, così anche il Patriarcato di Mosca del patriarca Kirill ha invaso la Chiesa ortodossa, ad esempio in Africa, provocando divisioni e conflitti e mettendo in pericolo la salvezza dei fedeli. Venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della penitenza che presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro, papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al cuore di Maria. Il Papa vuole dare un ulteriore eloquente messaggio per la pacificazione delle due nazioni belligeranti con questo segno, che rimanda alle prime due parti del segreto di Fatima. La volontà del Vaticano di rimanere equidistanti dai due Paesi, facilitando così la mediazione per la fine del conflitto, è stata rafforzata dalla scelta di consacrare al cuore di Maria sia la Russia che l’Ucraina. La Santa Sede e l’Italia hanno tenuto un bilaterale nell’anniversario dei Patti Lateranensi alla presenza delle più alte cariche di entrambi gli Stati e al centro c’era la guerra in Ucraina. Nell’articolo La guerra di Putin, il Papa continua a mediare la pace tra Russia e ucraini.

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