I numeri del rapporto fanno paura perché danno sostanza a un allarme crescente che era già stato lanciato. Lo scenario odierno prevede che la crescita del PIL scenderà sotto il 2% nel 2022, all’1,9% e non oltre il 4% come tutti ci aspettavamo, tenendo conto dell’effetto trascinante del forte rimbalzo registrato nel 2021. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, è intervenuto in conferenza stampa sulle stime di crescita del Paese alla luce della guerra russo-ucraina. Ci deve essere un gravissimo allarme generale per le istituzioni e la politica del nostro Paese se si vogliono credere agli scenari sulla mancata crescita del Paese e non solo per il conflitto russo-ucraino. Bonomi incoraggia la politica a non mettere la testa sotto la sabbia ea cedere alla tentazione di credere che il conflitto in Ucraina finirà tra poche settimane. Non un controllo posto a discrezione della politica, ma un provvedimento basato sul preciso riconoscimento dei prezzi applicati ai contratti in vigore per gli importatori. Il Mef non intende rinunciare a nulla di un prelievo così inaccettabilmente alto secondo il governo. Dai dati emerge che il PNRR da solo non è in grado di contrastare adeguatamente il colpo prodotto dagli eventi in corso. Da quando è stato concepito, i prezzi sono aumentati di 15 volte. «Ci ​​aspettavamo un decreto che rivedesse i prezzi interni nei bandi ma poi è scomparso l’articolo che lo prevedeva», dice il presidente di Confindustria.

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