Hanno paura di restare a casa senza lavoro dal 1 maggio. Dopo due proroghe, il 30 aprile scadranno i contratti di collaborazione dei navigatori, che aiutano i beneficiari del sussidio a trovare un lavoro. E, se l’esecutivo non trova un nuovo compromesso, se non una soluzione, per tanti lavoratori che avrebbero dovuto rappresentare il simbolo della riforma delle politiche attive, non resta che tornare in piazza, «dopo tre anni di competenze e fondi pubblici utilizzati per la nostra formazione”, denunciano. “Non riceve noi né i sindacati e non può fare il fantasma”, hanno detto. Non ci sono notizie dalla pubblica amministrazione e dai ministri del lavoro. In un momento come questo, sarebbe illogico rinunciare ai navigatori. Di fronte alle proteste di navigatori e sindacati, si è presentato al presidio per parlare con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e annunciare un tavolo di discussione. Stava per convocarci a breve per trovare una soluzione e fare da mediatore con il ministro Brunetta. I sindacati hanno detto che non si fermeranno e garantiranno la continuità del lavoro. “Questa è la prima volta che ci parla, speriamo sia una svolta”, c’è chi spera, adesso, anche tra i navigatori in presidio. Dopo tre anni sono scesi a 3mila, ma sono stati interdetti per la ricerca di personale per centri per l’impiego perché molti di loro hanno partecipato a concorsi regionali. Alcuni ricordano che Luigi Di Maio fu il primo a garantire che saremmo stati assunti, nella società interna dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, con la consegna del bando. “Una proroga sarebbe un nuovo rinvio del problema, anche se utile nel breve”. 1.900 lavoratori restano a casa quando enormi risorse vengono investite nel settore delle politiche attive per il lavoro. C’è una richiesta di inserimento nel programma Gol, per il quale l’esecutivo ha già investito 5 miliardi di euro nel Pnr: “Come esperti di politiche del mercato del lavoro, siamo convinti di avere ancora molto da offrire”. Il leader della Uil ha chiesto il coinvolgimento del ministro Brunetta. Dicono di avere carenza di personale, ma non vogliono essere stabili. C’erano persone senza lavoro dal 1 maggio 1900 a Roma.

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