Stiamo assistendo a un aumento dei prezzi nel settore agroalimentare a causa della guerra in Ucraina. Per quanto riguarda le merci provenienti dai paesi in guerra, si assiste già ad un aumento che potrebbe presto comportare uno svuotamento degli scaffali della grande distribuzione. L’80% del consumo italiano di olio di girasole è di origine ucraina, motivo per cui i prezzi sono saliti e sono scomparsi dai mercati. Secondo Franco Spada di Brisighella, presidente del Consorzio Olio Dop, è necessario distinguere tra oli di qualità superiore, oli extravergini di oliva, oli di oliva comuni e oli misti derivati ​​da olive e altri semi. Sono proprio questi oli di bassa qualità che possono subire la massima lievitazione fino al 150% e questo dipende non solo dalla mancanza di materia prima, ma anche dai costi energetici, di trasporto, e tutto è legato. Diversa la situazione per gli oli DOP ed extravergini, quindi è necessario organizzarsi per sostituire il girasole con altri tipi di semi, o per rifornirsi da altri paesi. Spada afferma che piccoli incrementi, inferiori al 5%, sono possibili a causa dei costi energetici, dei combustibili agricoli e dei trasporti. I prezzi del pane non dovrebbero cambiare molto. Gli incrementi sono contenuti perché la filiera dell’olio extravergine di oliva è italiana. Quest’anno sono stati prodotti solo 1.500 quintali di olio, di cui il 35 per cento è DOP e il resto è extravergine. L’olio extravergine di oliva è ottenuto dai frutti della specie Olea europea, varietà Nostrana di Brisighella, che deve essere presente negli oliveti in quantità non inferiore al 10%.

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