Fedele De Novellis dice che molto dipende da come i paesi europei reagiranno alla spirale dell’inflazione che ha raggiunto i livelli più alti dagli anni ’80 a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. Il capo del gruppo di lavoro Previsioni e analisi macroeconomiche di Ref Ricerche ritiene che per ridurre i prezzi del gas non sia necessario azzerare la domanda. Le proposte europee per diminuire la dipendenza da Mosca nel medio termine sono note, ma anche Roma dovrebbe muoversi da sola, in tempi più brevi, secondo De Novellis. Parte delle risorse del PNR potrebbe essere dirottata rinviando i lavori pubblici non urgenti i cui costi sono raddoppiati. L’esperto dice che gli effetti non possono essere paragonati ai bombardamenti, ma che è in gioco la sopravvivenza dei settori industriali in Europa. Se non limitiamo i prezzi dell’energia, si verificherà uno shock asimmetrico che colpisce solo l’industria dell’UE e potrebbe comportare l’espulsione dai circuiti commerciali internazionali a vantaggio dei concorrenti internazionali. Ci troveremo di fronte a una grave recessione se non usciremo da questo quadro entro l’estate e l’autunno e se l’inflazione continuerà a questi livelli. «Da questo punto di vista la situazione è molto peggiore che negli anni Settanta», sottolinea De Novellis, «poi i salari reali crescevano del 4% all’anno e con lo shock petrolifero si sono fermati, invece nel 2021-22 hanno subito un calo sopra il 5 %: per trovare un andamento simile bisogna risalire alle svalutazioni dei primi anni Novanta”. “Questo colpo sarà limitato nel tempo, perché l’inflazione non rimarrà a lungo su questi livelli”, ha affermato De Novellis. Il consumatore potrà difendersi cercando di ridurre i consumi energetici e la domanda di beni più costosi, durevoli o meno. In estate dovremmo assistere a una crescita delle posizioni a termine nel settore dei servizi e i lavoratori manifatturieri non saranno licenziati.

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