La premessa di fondo è che non ho mai letto i libri di Ferrante perché non sono sempre stato convinto che potessero interessarmi. Ho sempre sentito parlare bene della serie tra italiani e stranieri. Il fatto che la serie sia pensata per l’export è sempre stato chiaro fin dai primi minuti della prima puntata, motivo per cui non è una fiction Rai. “Storia di chi fugge e di chi resta” non intacca la grandezza della serie, che resta uno dei migliori prodotti televisivi italiani, se non mai, del nuovo millennio. La direzione e la supervisione di Lucchetti, esperta in materia, garantisce alla stagione l’aspetto politico più profondo necessario per inquadrare la storia negli anni Settanta delle rivolte studentesche, del femminismo arrembante e della lotta armata. Firenze e Milano si alternano alla solita Napoli, dove avvenne la prigionia borghese di Len dopo che questi sposò Pietro. Nonostante gli amori e le vicende intellettuali di Elena siano ben scritti e resi, è a Napoli che si consumano i migliori episodi, grazie anche ai migliori comprimari della serie. Gli interpreti dei vari Pasquale, Gigliola, Michele, Marcello e Stefano sono davvero una rosa di campioni, capace ancora una volta di dare vita reale al “quartiere”, luogo che racchiude verità, violenza, calore, dinamismo, il buono e il cattivo della Napoli proletaria dell’epoca. È stato rilasciato il primo trailer della nuova serie “Watchmen”.

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