Valentina Petrini usa le parole di Stefano Rodotà per descrivere il periodo che i tarantini si ritrovano, ancora una volta, a vivere. Le vicende dell’ex Ilva sono raccontate in “Il cielo oltre la polvere”, presentato sabato 19 marzo a Taranto. La storia di Lorenzo, morto a 5 anni, parlava di un tumore al cervello. La storia di Alessandro, scomparso a 35 anni nel 2015, è stata quella di essere stato colpito da 1500 gradi di fusione mentre lavorava. Le storie locali, con i confini ristretti, non sono le stesse di altre storie nel mondo. Patrizia Todisco, il gip che ha firmato il decreto di sequestro senza diritto d’uso per l’intera zona calda dell’ex Ilva, racconta la disperata ricerca di quell’equilibrio tra diritti e la storia di quello che sarà poi. Non ha avuto il seguito previsto dopo un anno. Dopo il bombardamento di una delle più grandi acciaierie d’Europa, a Mariupol, in Ucraina, l’intenzione del Presidente del Consiglio era quella di intensificare la produzione di acciaio nello stabilimento di Taranto. “Per i tarantini significa dire: non c’è tempo per i tuoi diritti, bisogna tornare all’età del carbone”, ha detto Lerner. “Ai ragazzi dico ‘lotta per un sistema alternativo’ nell’articolo ‘Il cielo oltre la polvere'”. Non è solo una storia locale, è anche una storia de Il Fatto Quotidiano.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *