Anche se la delegazione russa la pensa diversamente, il faccia a faccia tra i due presidenti non è più un tabù nemmeno per Mosca, che per il momento lo limita alla firma finale oltre che ai colloqui su Donbass e Crimea. I territori occupati sono il punto più controverso, mentre i colloqui su Unione Europea e Nato sembrano aver prodotto significativi passi avanti. C’è una solida base di discussione, al di là delle dichiarazioni più aperte dall’inizio dell’invasione, e anche l’annuncio dell’allentamento dell’azione militare da parte dell’esercito russo. Il processo di adesione all’Unione Europea è il punto più avanzato della discussione. La Russia non si oppone al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea secondo il negoziatore russo. Se le forze straniere dovessero intervenire in caso di aggressione, Kiev avrebbe il diritto di convocare un vertice di emergenza dei paesi entro tre giorni. Medinsky ha affermato che le esercitazioni militari non si terranno più senza il consenso dei paesi che ne garantiscono la sicurezza, inclusa la Russia. La proposta ucraina prevede negoziati separati sullo status del porto di Sebastopoli che devono concludersi entro 15 anni. Secondo i termini descritti da Podolyak, Medinsky ha confermato il contenuto della proposta ucraina, sottolineando che la questione può essere risolta attraverso “colloqui bilaterali”. Kiev vuole un incontro tra Putin e Zelensky per discutere lo stato del Donbass. Medinsky ha affermato che le offerte di garanzie di sicurezza dell’Ucraina non si applicano al territorio del Donbass. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, è stata citata da Interfax dicendo che “il riconoscimento delle attuali realtà territoriali dell’Ucraina è all’ordine del giorno dei negoziati”. I parlamenti dei paesi garanti e il parlamento dell’Ucraina si ratificheranno a vicenda, ha affermato Podolyak. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la Turchia dovrebbero garantire i paesi. David Arakhamia, membro della delegazione di Kiev, ha incluso tra i possibili garanti anche Germania, Canada, Italia, Polonia e Israele. I parlamenti di tutti i paesi garanti dovranno approvare l’accordo di pace, secondo il capo negoziatore ucraino.

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