“Regalerò un sogno” era il titolo del terzo corso di clownterapia organizzato dall’Associazione Onlus. Il presidente dell’associazione ha voluto avvalersi di professionisti per strutturare il corso e dare una preparazione completa. Le quattro giornate sono state un’esperienza piena, a partire dall’approccio primario alla figura del clown-terapeuta, e suor Caterina Lievore ha illustrato in una bella lezione i “comportamenti e approcci da tenere nei confronti dei bambini”, è stato evidenziato un altro argomento interessante. La seconda giornata si è concentrata sulle differenze, aspetti e comportamenti del clown, nonché sull’importanza del respiro nella clownterapia. Altro importante tema è stato sviluppato dalla psicologa, Dott.ssa Olga Labianca, sul tema “psicologia e strategie di coping”, chiudendo la seconda giornata, in collegamento con Ferrara, con la Dott.ssa Nadia Nardi (Insegnante di Yoga della Risata) con la lezione sul tema “primo approccio allo Yoga della Risata”. La terza giornata è stata dedicata alla parte ludico-creativa, con lezioni al mattino di “balli di gruppo” e “truccabimbi e balloon-art” e al pomeriggio il tema dell’organizzazione pratica. Per la cronaca, la giornata è iniziata con esercizi di tai chi e meditazione. L’ultima giornata è iniziata con la realizzazione di palline da giocoleria ed esercizi da svolgere in ospedale sotto la guida degli istruttori Davide e Roby. Gli esami di questo corso non saranno facili da dimenticare, sia da parte degli studenti che degli esaminatori, dato che sono iniziati alle 14.30 e sono durati fino alle 19.30, anche il Professor Nardi era in continuo collegamento da Ferrara. La prova pratica di fantasia per ogni allievo è stata svolta dalla commissione composta da tutti i docenti. Dobbiamo sottolineare che questo corso è stato magistralmente riuscito, perché fortemente voluto dal Presidente dell’associazione Roby Contarino, che si impegna a perfezionare ogni nuovo corso e grazie alla passione e al cuore riposti dagli istruttori, che hanno dato l’opportunità di tirocinanti ad esprimere, spontaneamente, piccoli blocchi personali, in parte sgretolati nel condividerli davanti alla commissione, che ha saputo far cambiare visione al tirocinante nei rapporti con se stessi e con gli altri.

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