Se vuoi tifarlo a Terni, prova a tifarlo in un bar con un vecchio tifoso della squadra di calcio.

Se inizi a parlare di filosofia di gioco dopo essere passato per Guardiola, inevitabilmente vai al Milan di Sacchi, tralasciando una parte fondamentale di quella storia e filosofia di gioco.

Il 7 gennaio 1973, esattamente cinquant’anni fa, quella squadra rivoluzionaria colse quella che sarebbe stata l’ultima vittoria del suo primo anno in Serie A: 2-0 sul Vicenza con rete di Carrillo e autogol di Faloppa.

Terni non aveva una grande tradizione calcistica ma aveva un calcio diverso.

Il giovane Corrado Viciani di Prato prese in mano la panchina rossoverde nel 1967, vincendo subito il campionato e portando la squadra al decimo posto finale.

All’inizio della sua carriera da allenatore, il presidente Taddei chiama Vinicio, e poi ancora Viciani.

Entra nella storia perché è la prima squadra umbra a giocare in Italia, ma anche perché è un modo di giocare non convenzionale: la Ternana offre una fitta rete di passaggi in cui i giocatori devono stare vicini a se stessi.

La situazione era molto diversa nel 1971 quando il fulmine con il tiro libero o il contropiede in Italia erano praticamente uno slogan.

È un allenatore che arriva a citare Pericle come modello per la sua Ternana, dove c’è uno e solo uno che decide.

I rossoverdi arrivano molte volte vicino a Vecchi ma solo l’imprecisione degli attaccanti non permetterà loro di regalare la gioia più grande al Libero Liberati.

La seconda apparizione in casa Liberati si è conclusa con il 2-0 contro il Bologna a novembre, ma la squadra è ancora a due punti dalla zona europea e il ritmo di gioco di Viciani può portare effetti negativi.

Sia la Ternana che Viciani rientreranno subito in Italia, la prima al Palermo e il secondo al Bologna.

L’articolo “Ti ricordi.

la Ternana di Viciani” è stato scritto da Il Fatto Quotidiano.

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