Il passaggio in Veneto gli serve per cercare di stemperare la situazione tra la Lega Nord veneta e lombarda e la Lega per Salvini, in una stagione di congressi che rischia di diventare incandescente.

I “Lighisti” ritengono che sia stata posta in essere una clausola di incompatibilità statutaria per impedire la candidatura di un leader storico padano molto fedele al governatore.

Sullo sfondo c’è uno scontro tra Zaia e il segretario.

Dopo la debacle delle elezioni che hanno colpito la Lega in Veneto, crollata al 14 per cento e più che raddoppiata da Fratelli d’Italia, Zaia ha deciso di tenersi alla larga dalla linea politica di Salvini.

Per un paio d’anni ha nascosto la sua intenzione di candidarsi per il Veneto.

Nello statuto c’è una disposizione che impedisce l’elezione del segretario provinciale del partito a chi ricopre incarichi di consigliere o di assessore regionale.

Il sindaco, il parlamentare e gli altri leghisti non hanno incompatibilità.

Le incompatibilità previste solo per i consiglieri e gli assessori regionali sono state chieste al Consiglio nazionale della Liga per essere rimosse.

Mi candiderò alla segreteria federale della Lega se non mi permetteranno di candidarmi alla segreteria regionale.

Una dichiarazione dal sapore provocatorio nei confronti del Capitano, che intende arrivare al congresso da leader indiscusso, pronto alla riconferma.

Davanti alla Basilica di San Marco Salvini c’è un cartello con scritto “Non ci sono incompatibilità”.

Luca Zaia ha commentato: “Penso che non ci siano problemi, l’ho sempre detto”.

“Sono contento che il segretario accolga la mia richiesta, ma serve una modifica normativa da parte del Consiglio federale”, ha detto l’assessore.

Una clausola ad hoc nega all’uomo di Zaia la corsa alla leadership in Veneto, secondo l’articolo della Lega.

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