In un certo senso infatti stavolta è andata ancora peggio rispetto al 2018, già commentato come un risultato terribile e associato al declino della popolarità dell’allora segretario Matteo Renzi e alla forte espansione del Movimento 5 Stelle. In termini assoluti alla Camera il centrosinistra ha ottenuto 7 milioni di voti contro i circa 8,5 del 2018 (conteggiando anche Liberi e Uguali, che nel frattempo è stato riassorbito dalla coalizione di centrosinistra), complice l’affluenza molto più bassa di queste elezioni.
Secondo le ultime proiezioni eleggerà in Parlamento circa 120 fra deputati e senatori: mai così pochi, e non solo per il taglio del numero dei parlamentari.
Nella scorsa legislatura il solo Partito Democratico ne aveva eletti 166. La coalizione sembra contare ormai su pochissimi territori in cui può dire di essere competitiva con la destra.
Gli unici collegi plurinominali in cui è risultata prima, al momento, sono tre alla Camera – Torino città, poi un collegio in Emilia-Romagna e uno in Toscana – e i collegi uninominali in cui il proprio candidato o candidata è arrivato prima sono circa una decina su 200 totali.
Il centrosinistra ha perso tra gli altri posti a Modena, dove all’uninominale alla Camera non è stato eletto il sindacalista Aboubakar Soumahoro in un collegio che era considerato di fatto “blindato”, cioè praticamente sicuro.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *