Dopo 38 anni di lavoro in Regione, Mauro Vigini, l’ultimo incarico alla guida della trasparenza e della prevenzione della corruzione, va in pensione da segretario generale della Giunta.Da Adriano Biasutti a Massimiliano Fedriga: 11 presidenti tra esecutivo e assemblea legislativa.Dice che il direttore del Palazzo non è stato il primo lavoro
Avrebbe voluto fare qualcosa.Da laureata in giurisprudenza, sono entrata a tempo determinato in Regione per sostituire una dipendente in maternità.Vinco il concorso in Regione dopo tre mesi.Mio padre non era un fan di me che lo facevo.

Ho fatto le mie cose nel 1985 e ho saltato quella del 1984.Assolutamente mai.La Regione era una realtà giovane che poteva competere con lo Stato.La classe politica non è così male come nella prima Repubblica
Negli anni le emergenze sono aumentate e si è avuto meno tempo per rivendicare prerogative regionali per convincere ministri e funzionari statali.

Il presidente ha battuto di più i pugni.In un momento in cui le Regioni avevano la palla in mano, molto è stato fatto con la presidenza dei due uomini.

Ricordo la bravura di Roberto Antonione.Fedriga, da presidente della Conferenza, fa pesare le Regioni.Con chi è stato il presidente con cui ti sei trovata di più? Tre persone sono in una classe.C’è molto affetto con Maurizio
Anche se non ci sentiamo da molto tempo.Quando eri vicesegretario dell’Esecutivo, chi ha chiamato il Consiglio? Il primo presidente eletto direttamente nella storia della Regione.

Da quanto tempo lavori con lui? Paolo mi voleva in segreteria generale.Ha salvato i colpi quando mi sono mosso liberamente.Ci sono suggerimenti per la burocrazia a venire
Non ci sono dubbi sull’imparzialità dell’amministrazione
Si può fare di più sulle buone prestazioni della macchina, razionalizzando i flussi di lavoro, puntando maggiormente sul digitale e recuperando attrattività per i giovani.C’è ancora una passione per la politica, l’etica pubblica e l’organizzazione snella.Mi occupo di formazione per gli enti locali..

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