Nel giorno della sconfitta elettorale del presidente, i sostenitori del leader di estrema destra hanno tentato di entrare nel quartier generale della polizia federale della capitale.

I sostenitori di Bolsonaro, molti dei quali indossavano le magliette gialle della nazionale di calcio o drappeggiati con bandiere brasiliane, si sono scontrati con il quartier generale della polizia.

La polizia federale ha detto che i disordini sono stati risolti dalle forze di sicurezza della capitale.

Secondo il giudice che ha ordinato l’arresto del sostenitore di Bolsonaro, è stato incarcerato per aver organizzato atti antidemocratici.

Lunedì il tribunale elettorale federale ha certificato la vittoria del candidato di sinistra alle presidenziali.

Alcuni dei sostenitori del presidente hanno bloccato le autostrade e si sono accampati davanti alle caserme dell’esercito per chiedere un colpo di stato.

Centinaia di sostenitori di Bolsonaro si sono radunati lunedì pomeriggio fuori dalla residenza presidenziale con striscioni che chiedevano l’intervento militare.

Il presidente non si è rivolto alla folla dopo essersi unito a loro per una preghiera pubblica.

Solleva preoccupazioni per la sicurezza a causa della cerimonia pubblica il giorno di Capodanno.

C’erano preoccupazioni per la sicurezza sia di Geraldo Alckmin che del presidente eletto Luis Inacio da Silva mentre i manifestanti circondavano l’hotel dove alloggiavano.

I funzionari della pubblica sicurezza hanno affermato di aver messo in sicurezza l’area intorno all’hotel e hanno esortato le persone a evitare il centro della città.

Il giudice della Corte Suprema de Moraes ha ordinato l’arresto temporaneo di José Accio Serere Xavante, accusato di aver compiuto atti antidemocratici, dopo le violenze a Brasilia.

Il leader indigeno Xavante è uno dei sostenitori di Bolsonaro che hanno protestato sfidando il risultato elettorale.

Venerdì Bolsonaro ha detto ai suoi sostenitori alle porte della residenza presidenziale chi decide da che parte vanno le forze armate.

In una dichiarazione, la Corte Suprema ha affermato che Moraes “ha decretato l’arresto temporaneo, per 10 giorni, dell’indigeno José Acácio Serere Xavante, a causa delle prove della commissione di reati di minaccia, persecuzione e abolizione violenta dello Stato di diritto democratico”.

Diceva che Xavante aveva usato la sua posizione di capo del popolo Xavante per reclutare indigeni e non indigeni per commettere crimini, minacciando i giudici della Corte Suprema.

Sono state aggiunte ulteriori segnalazioni di Maria Carolina Marcello e Carolina Pulice.

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