Il 19 febbraio il cancelliere tedesco ha compiuto un ultimo tentativo di mediazione tra Mosca e Kiev, dicendo al presidente ucraino che il suo Paese dovrebbe “rinunciare all’adesione alla Nato” e “dichiarare la neutralità come parte di un più ampio accordo di sicurezza europeo”. Il 1 aprile, il New York Times ha scritto di una visita a Kiev del capo della CIA, William Burns, per avvertire Zelensky dei piani del Cremlino e dargli la possibilità di organizzare una controffensiva. Non si poteva credere che Putin avrebbe mantenuto fede a un simile accordo e che la maggior parte degli ucraini volesse aderire alla NATO. Secondo il quotidiano statunitense, una risposta ha fatto temere ai funzionari tedeschi che le possibilità di pace sarebbero svanite. Zelensky ha ricevuto informazioni cruciali nei primi giorni di guerra per sventare il raid all’aeroporto della capitale. Le linee di attacco sono state rivelate dall’ex sottosegretario e vicesegretario di Stato. Lo scopo dell’aeroporto a nord della capitale era quello di sbarcare i paracadutisti e prendere Kiev, saltando così la difesa ucraina ai confini. Le truppe russe si sono ritirate dalla regione della capitale pochi giorni fa dopo non aver preso il controllo dell’aeroporto. Al presidente ucraino è stata offerta una via d’uscita dagli Stati Uniti durante l’inizio dell’offensiva russa. A Mosca, il capo degli 007 americani ha lanciato il suo avvertimento allo ‘zar’ che era rimasto isolato nella sua residenza a Sochi, respingendo i sospetti di invasione e criticando gli Usa per aver ignorato per anni le richieste di sicurezza russe. A Washington, Burns ha detto a Joe Biden che Putin era incline a invadere, nonostante non avesse preso una decisione. Zelensky non credeva che Putin avrebbe rispettato i patti.

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