Molto interessante e anche rivelatore il dibattito organizzato da MicroMega il 2 aprile sul tema “Pace, Pacifismo, Resistenza” (le aree di pensiero sul caso Ucraina), che ha visto confrontarsi Paolo Flores d’Arcais, Tomaso Montanari e una compianta Luciana Castellina . Uno degli imperi a stelle e strisce in declino è felice di fornire un aiuto a coloro che combattono al suo posto, come Bin Laden in Afghanistan o Saddam Hussein contro gli iraniani, che è una delle tre diverse logiche. La lotta al nazifascismo, la costruzione del Welfare State e l’inizio dell’unificazione europea sono alcuni dei motivi per cui l'”Occidente” ha perso la sua credibilità. Lo spazio comune non esiste più per il prevalere di spiriti credenti che si accerchiano per soffocare la richiesta che si vorrebbe essere illuminati: orientamento critico. La strada del negoziato è stata tentata e Putin è stato costretto a sedersi al tavolo delle trattative. Alle anime belle non interessano le sciocchezze, venendo a ricostruire il mondo secondo i principi basilari delle proprie certezze: il primato indiscutibile dell’etica dei fini ultimi su quella della responsabilità, e le relative narrazioni apologetiche, con un particolare apprezzamento per le figure di il martire e l’indifeso. Quando la Regia Resistenza vinse grazie alle brigate combattenti, scesero dalla montagna con le armi in mano, che fucilarono i vescovi fascisti e le stragi dei partigiani; coltivando – ma pensa a te – anche patriottico. Non è rimasto nulla della tradizione critica della sinistra che pretende di disarmare coloro che vogliono lottare per la loro libertà e il loro inalienabile bisogno di giustizia per la sopravvivenza. L’arsenale russo dipendeva da un ometto di nome Stalin, oltre a Putin, come punizione per il reprobo a causa della minaccia della bomba. L’articolo Ucraina, perché non sono d’accordo con un certo pacifismo che insiste sul disarmo, è tratto da Il Fatto Quotidiano.

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