Gianfranco Funari, un doc lo celebra senza farne un santo.

È stata una delle ultime parole che mi ha detto quando ha dettato le idee da utilizzare per la sua biografia da una stanza d’ospedale dove la consapevolezza che il suo tempo stava finendo si alternava alla tenacia e alla voglia di vivere che ha sempre. In occasione del novantesimo anniversario della sua nascita, Sky Documentaries trasmetterà lunedì 21 marzo un documentario alle. Libero s.r.l. ha prodotto un’opera che lo celebra senza farne un santo, ma mette in luce le luci e le ombre che hanno caratterizzato il suo modo di essere figura pubblica e privata. Il racconto dei tre periodi che hanno segnato la vita di Funari si snoda attraverso immagini tratte dalle sue trasmissioni più famose e frammenti inediti di vita quotidiana accanto alle donne che ha amato e dalle quali è stato amato a sua volta e oltre a me. Non c’era tempo, più o meno inaspettatamente, che arrivasse il 12 luglio 2008, e Sgarbi fu l’unico con cui non litigò mai. Mi è stato detto che avrei dovuto assumere alcune persone per sputare in faccia a chiunque si fosse presentato al funerale. Aldo Grasso lo amò così tanto nell’ultimo decennio della sua vita da bombardarlo di frecce nel periodo del suo più grande successo televisivo, cosa che mi fece rileggere gli articoli che scrisse il timoroso critico quando mandavamo in onda le nostre trasmissioni su Odeon TV. Ci sono io, compagna di vita e di lavoro, moglie e allieva, l’ultimo amore che conta più del primo perché è l’ultimo che ricorderemo per sempre, e guai se qualcuno gli raccontasse la sua età o