Le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, la fornitura di materie prime e il piano del governo a sostegno del settore automobilistico sono alcune delle conseguenze. L’attuale situazione che sta avendo gravi ripercussioni sulle aziende è stata analizzata nel convegno aperto dal Direttore Generale di Assolombarda. In particolare, l’approvvigionamento di componenti in riferimento a semiconduttori e sistemi di cablaggio per veicoli nonché il rischio di un possibile peggioramento della crisi dei chip che, dopo aver colpito nel 2021 la produzione del settore automotive, continua a rappresentare una criticità per le case costruttrici . Una transizione che va gestita nel migliore dei modi, sicuramente con le misure definite dal Governo a sostegno del settore, ma, allargando lo sguardo, soprattutto attraverso una politica industriale efficace che tenga conto anche degli impatti sull’occupazione. In Italia l’industria automobilistica ha un fatturato di 93 miliardi di euro e il 5,2% del PIL. Solo nel settore della produzione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi e loro componenti operano più di 2mila aziende e 170mila addetti e il 7% dell’export metalmeccanico nazionale viene realizzato per un valore di 31 miliardi di euro. Roberto Forresu ha affermato che è più che mai urgente definire una pianificazione industriale strategica e l’implementazione di strumenti a livello Paese che puntino al rilancio della produzione e al supporto delle imprese nel percorso di sostenibilità ambientale legato alla lotta ai cambiamenti climatici e all’uso efficiente delle risorse. La transizione energetica, la necessità di far fronte ai cambiamenti dei processi produttivi per ottemperare alle normative per la riduzione delle emissioni di CO2 e la salvaguardia e lo sviluppo di tutte le attività e l’occupazione della filiera automobilistica sono le sfide che ci vedranno coinvolti nel proporre soluzioni strutturali che ti permettano. L’unità di intenti da parte di tutte le componenti istituzionali e dei vari settori produttivi in ​​Italia sarà fondamentale per favorire una nuova politica industriale in Europa che, nel rispetto degli obiettivi fissati, porti alla sostenibilità economica e sociale del cambiamento. Richiede una gestione ragionata attraverso la strutturazione di un piano di politica industriale e un approccio tecnologicamente neutro che non si concentri solo sull’energia elettrica. Una transizione non adeguatamente accompagnata coinvolge molti più lavoratori e aziende rispetto a quelle sopra citate, a causa della riduzione del valore aggiunto disponibile per la filiera tradizionale e per i Produttori. Il conflitto Russia-Ucraina, l’energia costosa e la transizione ecologica sono alcuni dei fattori che influenzano la ripresa dell’auto.

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