La carovana della missione mediterranea rientra in Italia. Damiano Censi, un volontario cesenate che ha fatto parte della missione Safe Passage, dice che avrebbero dovuto incontrare l’ambasciatore italiano a Leopoli. Lo scopo di Mediterranea era duplice: portare aiuti dall’Italia e portare in Europa persone che non avrebbero potuto partire. “Tutte le persone che hanno avuto il diritto di lasciare e di essere accolti, ma questo diritto non è sempre rispettata.”. Il nostro caso è stato ancora più complicato perché abbiamo avuto diversi bambini che provenivano da un orfanotrofio. Ci sono volute 4 ore e mezza per attraversare il confine ucraino con quello polacco. Un uomo che era circa settanta anni era in ansia perché aveva paura di rimanere indietro ed in ritardo in Polonia, dove ha avuto un passaggio in Svizzera. Ha risposto che non aveva freddo ma aveva paura quando gli abbiamo chiesto se tremava. Aveva la doppia cittadinanza ucraina e italiana, ma non poteva lasciare il Paese. Ci ha portato del grano saraceno che la sua famiglia coltiva da tempo e ci ha chiesto di portarlo in Italia, dove qualcuno potrebbe continuare a coltivarlo. C’era un uomo che aveva l’esenzione per motivi di salute, ma quando è arrivato al confine ha scoperto che la legge sarebbe entrata in vigore tra pochi giorni. Il bello della signora che ha chiesto soldi alle persone in fila è stato che si è resa conto che si trattava di una missione umanitaria e non voleva altro. I due ragazzi che stavano viaggiando con loro si sono fermati in un parcheggio per mangiare qualcosa prima di partire. Censi ritiene che sarebbe importante creare un movimento di persone con passaporto europeo presenti nel territorio ucraino per ostacolare il conflitto aiutando.

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