Battere in casa il Milan ha l’effetto di creare una sfida in vetta alla classifica di Serie A.

L’11 novembre 1984 c’è il Milan del “barone” Liedholm ma in mezzo al campo c’è un brasiliano baffuto arrivato qualche mese prima.

L’autografo di Junior è stato spacciato per contratto fino all’intervento di Mara Can al Maracan, secondo il direttore de L’Allenatore nel Pallone: ​​Can.

L’inizio non è tutto rosa e fiori, ma poi Leo prende i granata in mezzo al campo con Beppe Dossena accanto e la squadra si ritrova a lottare per lo scudetto con il Verona di Bagnoli.

Serena sarà assistita nel derby da lui, e diventerà un pilastro della squadra nonostante non abbia vinto il titolo.

L’orizzonte più probabile è il ritorno al Flamengo per un giocatore di 33 anni, ma con la moglie Heloisa concorda che alla fine va bene.

Junior accetta di giocare per Galeone, accetta la fascia da capitano che gli regala Gian Piero Gasperini, e accetta anche l’orologio che Berlusconi gli regala dopo una partita Pescara-Milan in cui i biancazzurri perdono 2 a 0.

Ma nel Pescara Junior si diverte, è molto amato e pur non battendo il Milan mette la sua firma sul successo contro l’Inter, su quello con la Juventus e su una salvezza storica.

Non ripete il secondo anno dopo un buon primo giro, ma poi torna al Flamengo per concludere la sua carriera.

Ricordi l’articolo, Ricordi il nome dell’autore?.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *