Il movimento 5 stelle è una forza politica. Molti elettori del Pd gli hanno scritto, dicendo che avrebbero votato per il Movimento 5 Stelle. Il rapporto con Beppe Grillo, la decisione di non candidarsi e le proteste di Virginia Raggi sulle regole sul voto sono solo alcune delle dinamiche interne a cui La7 dovrà rispondere una volta chiuso il capitolo alleanze. «No, la figura del garante resta fondamentale, ma poi c’è una filiera ben precisa che determina la linea politica», dice il presidente del M5s. Il mantenimento della norma dei due mandati è stato discusso con la voce di Grillo importante. Spiegò a Di Battista che se si unisse oggi al movimento, troverebbe un’architettura statutaria e una distinzione di ruoli ben precisa. La discussione riguardava anche l’ubicazione euro-atlantica degli M5, nonché la ferma condanna della Russia. Di Battista pensa che le sanzioni alla Russia non funzionino, ma credo che vadano mantenute. Per il momento appare in grande difficoltà il M5s, il tema della formazione delle liste, con particolare riguardo ai collegi uninominali. Le persone che si candidano non sono calcolate nel calcolo dei singoli membri. Il capogruppo è responsabile della formazione delle liste nel nuovo statuto. Vorrei assicurare a Virginia Raggi che ci sarà un processo di formazione delle liste, perché sta cercando di far conoscere alla comunità del movimento 5 stelle la mancanza di trasparenza. Non faremo liste come il Comune di Roma dove si è candidata senza sentire i vertici del movimento e si è formata di propria iniziativa scegliendo le persone. La regola del doppio mandato non è contro Virginia Raggi, lei è consigliere comunale e presidente della commissione expo, non credo che abbia difficoltà a riconoscere quella regola. Il presidente del Movimento 5 stelle si aspetta che Raggi si renda disponibile con spirito di comunità al termine del suo mandato.

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