Non guardiamo il prequel di “Il Trono di Spade”, “La casa del drago”.
C’è un senso di inevitabilità che si stabilisce mentre penso di tornare ad Approdo del Re con la premiere di House of the Dragon questa settimana. Ho guardato tutte e otto le stagioni dello show, ma non ero un grande fan di alcune di esse. Sono cresciuto giocando a D&D e non guardare quelle 70 ore di televisione non è mai stata un’opzione per me. Nei giorni che precedono la premiere di House of the Dragon, gli articoli trattano come una conclusione scontata che andremo a guardare lo spettacolo, anche se non ci piace. È comprensibile che la rete voglia riprendersi il predominio culturale dello spettacolo. Non dobbiamo giocare insieme e tornare alla visione e alla discussione settimanali sui talk show e sui pezzi di riflessione. Non rimprovero a nessuno quel momento virtuale di connessione, il piacere di un’esperienza culturale condivisa e un dialogo critico, perché mi piaceva la scelta di un regista e tu non lo sopportavi. Vorrei che stessimo utilizzando la più grande rete di comunicazione mai creata per scavare un po’ più a fondo nella vasta gamma di storie che esistono e per capire cosa significano per noi. Questi sono comuni nel genere se ti piacciono i fantasy. Non mi sono arrabbiato per la mancanza di diversità nello spettacolo. Non importa se sei un superfan di “Game of Thrones”, ti divertirai a guardare “House of the Dragon” È possibile che “House of the Dragon” sia migliore di “Game of Throne”. L’autore della serie di libri su cui si basano gli spettacoli sembra ottimista. Non sono l’unico a non essere contento della prospettiva di questo nuovo spettacolo, anche se questo significa lasciar perdere. Lo spettacolo è rimasto sullo Zeitgeist settimana dopo settimana. Sembrava una visione necessaria per coloro che vogliono essere culturalmente alfabetizzati. Il panorama della televisione è diverso ora rispetto al 2011. Affronterà la sfida di essere all’altezza delle aspettative dei fan, ma almeno non arriva con il bagaglio dell’universo “Il Trono di Spade”. Il punto è che guardare e poi parlare delle storie d’amore, dei tradimenti e delle battaglie epiche di persone immaginarie può fornire una pausa dai problemi che affrontiamo nel mondo reale. È l’autore di una raccolta di saggi intitolata “Prince and Little Weird Black Boy Gods”.