Per uno spettacolo fantastico, quello di Its, il ritorno della passerella allestita al Salone degli Incanti dopo due anni è stato remoto. La 20° edizione dello storico concorso di moda, ideato nel 2002 da Barbara Franchin per scoprire e lanciare nuovi stilisti, ha saputo stupire il pubblico come mai prima d’ora. Le modelle hanno sfoggiato abiti ispirati ad abiti da sposa e lettere d’amore, ma anche capi pensati per descrivere toccanti esperienze personali, come prendersi cura di un familiare affetto da Alzheimer. Durante la conferenza stampa di ieri al Savoia, Barbara Franchin ha detto che quest’anno le finaliste erano 24. Questa mattina sono stati accolti i vincitori delle precedenti edizioni e i finalisti del 2020 e 2021, oltre a una nutrita community di oltre cento ospiti. Il britannico Charlie Constantinou, classe 1998, ha vinto il premio più importante, il Its Arcademy Award, per aver presentato il “progetto finalista più creativo, innovativo e socialmente responsabile”: la sua collezione, ispirata alle condizioni climatiche estreme in cui versano le tribù Inuit del Canada e Alaska si sono adattati negli ultimi secoli, si aggiudica 15mila euro e un tutoraggio semestrale dal Dipartimento Tutoring & Consulting di Pitti Immagine. Mata è stata ispirata dal ricordo di sua nonna, che riciclava l’acqua di cottura delle patate per innaffiare le piante e usava le bioplastiche come tessuto per i suoi vestiti. Lucia Chain e la coppia Zong Bo Jiang e Xiaoling Jin, che hanno vinto il Its Digital Fashion Award, hanno fatto irruzione nel cuore della giuria. La Camera Nazionale della Moda Italiana ha scelto l’opera di Eva Heugenhauser, che è stata uno dei premi assegnati. Il ritorno a Trieste di Demna Gvasalia, la direttrice creativa di Balenciaga, vincitrice di Its Three nel 2004, ha iniziato qui il suo percorso di successo. Per questa importante edizione è stata costituita la seconda giuria, composta da rappresentanti di importanti media di tutto il mondo. Il lavoro della finale è stato esaminato con grande attenzione e non è stato facile scegliere, perché i ragazzi non si sono fermati alla mera produzione, ma hanno voluto trasmettere importanti riflessioni.

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