Una parte residuale del dilemma morale ed economico affrontato da Roma e dalle altre capitali europee è la scelta tra il gas russo e lo spegnimento dei condizionatori. Italia, Austria e Germania sono in stato di allerta precoce e il governo Draghi ha commissionato alle filiali pubbliche un rapporto che dettaglia tutte le misure necessarie per far fronte allo stop ai 28 miliardi di cubi di gas importati dalla Russia. Anche se la diversificazione degli approvvigionamenti avesse successo, ci sarebbe un forte aumento dei prezzi del gas che abbasserebbe la crescita del PIL di 0,8 punti, al 2,3%. A seconda del tempo, il piano di emergenza stima che i metri cubi saranno sostituiti da 20 a 27 miliardi. Secondo gli annunci dei giorni scorsi, l’Italia ha già concordato con l’Azerbaigian l’invio di 2 miliardi in più dall’Algeria e, nel breve, potrebbe garantire un aumento di 3-4 miliardi dall’Algeria. La maggior parte della capacità del terminal di Cavarzere in provincia di Rovigo e di quello di Livorno dovrebbe essere utilizzata per la consegna di 5 miliardi di metri cubi di forniture alternative. Nel documento non si fa menzione delle trattative di Snam per l’acquisto o il noleggio di un rigassificatore, di cui la società sta valutando la possibilità di collocare nel porto di Piombino. Vista la forte domanda del mercato, che fa salire i prezzi, occorre trovare il GNL, un’impresa non semplicissima. Gli Usa daranno quest’anno ulteriori 15 miliardi di metri cubi, che saranno condivisi tra tutti i Paesi dell’UE, ma non è chiaro se si tratti di un impegno a rafforzare la partnership energetica con l’Italia. Il focus è sui consumi di gas e non si parla di accelerazione sul fronte delle energie rinnovabili. In merito al contenimento dei consumi, l’indicazione è quella di chiedere a cittadini ed enti pubblici di abbassare di 1 grado la temperatura sul termostato e alle aziende industriali di ridurre “volontariamente” i consumi “cinque giorni al mese durante il periodo invernale”, il che ovviamente sarebbe avere un impatto sulla produzione. Se i livelli di stoccaggio scendono ad un livello che consente meno di 60 giorni di autonomia, sarà possibile la riattivazione delle centrali a carbone. Il piano del governo per fare a meno del gas russo è un risultato de Il Fatto Quotidiano.

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