Tra i grandi paesi europei, la Germania è quello con la quota maggiore di importazioni di gas dalla Russia, davanti all’Italia, e lo stesso vale per il petrolio. Non è un caso che il mirino dell’Ue sia sulle entrate del Cremlino da greggio e prodotti petroliferi. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Trasporti & Ambiente, il valore del solo greggio superava i 180 miliardi di dollari, contro i 54 incassati dalla vendita del gas. L’Unione Europea e la Gran Bretagna hanno un esborso di 104 miliardi di dollari nel 2021, il più alto dall’annessione della Crimea e dalle prime misure restrittive sul commercio. Nel 2020 c’è stato un crollo, poi con la fame di carburanti per trasporti e usi industriali legati alla ripresa post-Covid, gli acquisti sono raddoppiati, facendo salire la spesa a 285 milioni di dollari al giorno. Il grafico mostra come il valore delle importazioni europee di petrolio dalla Russia sembri essere correlato alla spesa per la difesa russa. Tenendo conto che la Russia vale un quarto delle importazioni di greggio dell’UE 18, un embargo petrolifero sarebbe molto doloroso per gli acquirenti, come non ha mancato di menzionare il portavoce di Vladimir Putin. Secondo gli ultimi dati, la Germania importa da Mosca un quarto del greggio acquistato dall’UE, contro i 18 della Polonia ei 13 dei Paesi Bassi. La Slovacchia è il paese più dipendente quando si tratta di petrolio greggio e prodotti petroliferi importati dalla Russia. Transport & Environment avverte di non prendere in considerazione l’uso di prodotti raffinati in altri paesi europei da materie prime russe. La maggior parte del petrolio importato dalla Russia proviene dal mare. Rotterdam è in testa con oltre 26 milioni di tonnellate all’anno, seguita da Danzica in Polonia. Secondo il rapporto, un embargo limitato all’aeroporto olandese avrebbe un impatto significativo sulla quantità di petrolio di Putin importato nel continente. L’articolo Guerra Russia-Ucraina, petrolio venduto all’UE per Mosca vale più del gas.

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