È presente negli spazi di Labs Contemporary Art di Bologna in una collettiva denominata “Redesigning the space”, che propone il lavoro di quattro artisti che utilizzano il mezzo fotografico. Il linguaggio artistico di Marchi comprende ricerca letteraria e approccio concettuale. Lavora con materiali di diversa natura nel suo lavoro. Le sue mostre personali sono aperte fino al 7 e 22 maggio e sono attualmente in corso a Roma e Como, che amplieranno ulteriormente i confini del suo progetto di ricerca. Marchi, lei ha posto la necessità di ridisegnare, ampliare i concetti di spazio e tempo al centro delle nuove opere in mostra. L’opera è ancorata a terra e c’è tempo per leggere le parole sul foglio. I materiali sono fondamentali per comprendere l’opera e portano con sé le stranezze dei due concetti espressi, appunto peso e tempo. La mediazione scultorea è il risultato del mio pensiero sul lavoro oggi. Ha seguito la ricerca sullo spazio e sui labirinti concettuali indagati da Borges nella precedente mostra a Labs. Una pietra sopra è un cambio di prospettiva che ho messo in atto durante il processo di ricerca. Equivale a scrivere un testo, i materiali sono parole che dico a me stesso in primis, quello che succede a chi guarda il mio lavoro non fa per me, non pretendo di imporre significati o concetti. “Le carte specchiate presenti a Roma e Como, ma anche alla fiera di Miart, e in questi giorni esposte da Labs Contemporary Art – prosegue -, sono forse emblematiche per quello che dico, la parola incisa è un “vettore”, un suggerimento per cercare te stesso in ciò che stai osservando. Molto tempo è un capitolo di un testo che riscrivo partendo da presupposti stabiliti. I soggetti cercano il loro predicato verbale.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *