È diventata una tradizione nel mondo della musica italiana e nella vita. Dopo le grandi emigrazioni del secolo scorso e dopo i tanti ritorni negli anni d’oro delle fabbriche e della crescita economica, i crotonesi si ritrovano con la valigia pronta, e con i fazzoletti in mano per salutare i figli di una generazione. Le storie si raccontano nelle famiglie e sui social, ma sono anche le fotografie di una realtà fatta di dati e ritrovamenti. Nella terza edizione del censimento permanente della popolazione sono meno residenti in Calabria. I livelli di densità più bassi si trovano a Crotone e Cosenza, che coprono meno della metà della superficie regionale. La popolazione diminuisce in tutte le province, soprattutto a Cosenza che ha il calo maggiore in termini assoluti. Uno degli ultimi studi di Confcommercio ha infatti messo in evidenza come “negli ultimi 25 anni, la riduzione dell’occupazione, in conseguenza dello spopolamento (soprattutto giovani, -1,6 milioni), e i deficit di lungo periodo di quelli che abbiamo detto, hanno, infatti, determinato un continuo e progressivo calo del PIL prodotto dal Mezzogiorno, allargando ulteriormente i divari con le altre aree del Paese. Tra il 1995 e il 2020 il peso percentuale della ricchezza prodotta da quest’area sul totale dell’Italia è passato da poco più del 24% al 22%, mentre il PIL pro capite è sempre rimasto la metà di quello del Nord. Il lavoro si crea, ci sono gli incentivi, ma una città che non sa scrivere il proprio futuro non può guardare avanti. I crotonesi hanno bisogno di azioni concrete. La città di Pitagora, Milone e Faillo deve ora essere conosciuta come la città dei crotonesi.

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