Prima della revisione dei criteri c’era stato un aumento significativo dell’occupazione nella regione nonostante la pandemia. Nell’intero triennio da inizio anno a fine anno si è registrato un minor numero di dipendenti. La riduzione è ancora più significativa se la media precedente di 513.600 è stata ridotta a 506 nel 2020 per via dei nuovi criteri. Il numero medio degli occupati lo scorso anno è stato di 510.300, 4.200 in più rispetto all’anno precedente, stabile quello maschile, ma quasi esclusivamente femminile. In aumento il numero dei dipendenti in tutte le province, ad eccezione di Trieste, dove si registra un decremento di mille unità. A fronte di un aumento di 4.500 unità di forza lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5,7% e quindi una maggiore propensione all’occupazione. Si tratta di numeri, più in linea con la dinamica delle assunzioni evidenziata dai dati raccolti a livello regionale e che confermano il faticoso percorso di ripresa economica e occupazionale intrapreso nel 2021, più robusto per il settore manifatturiero, meno per il terziario. “. A causa dei frequenti blocchi di produzione imposti dal costo dell’energia, dei ritardi nell’approvvigionamento di materie prime e componenti, e del restringimento delle operazioni, si teme che la domanda di ammortizzatori sociali torni presto a valori molto elevati. La necessità di interventi generali non solo sul fronte della riforma degli ammortizzatori, ma anche di accordi che favoriscano contratti di solidarietà e altre misure a sostegno del reddito dei lavoratori, già pesantemente messi a dura prova da due anni di pandemia e anche loro alle prese con bollette in aumento e un aumento nelle tensioni inflazionistiche.

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