Non eravamo sicuri di dove fossimo.

Non sappiamo se il campionato che riparte il 4 gennaio è lo stesso che abbiamo lasciato quasi due mesi fa o un altro completamente diverso.

La ripresa si è trasformata in una caccia al fuggitivo nella prima metà di questa strana stagione.

Tutti si chiedono se reggerà fino alla fine, che effetto avrà la sosta per il Mondiale, se interromperà la striscia vincente o se permetterà agli azzurri di riposarsi.

Chi ricorda l’esperienza di Spalletti in Russia ha già affrontato una lunga pausa invernale in carriera.

Non ci sono precedenti per questo tipo di calendario, con una nuova preparazione atletica a dicembre e un’evidente differenza di condizione tra veterani e non veterani di Coppa del Mondo.

Abbiamo visto cosa è successo.

Maignan, che con il Mondiale non c’entra, è il giocatore più infortunato d’Italia.

I malanni cronici di Vlahovic non sono migliorati in Nazionale e si sono perse le tracce del lungo ricovero di Pogba.

Come previsto, è stato il Napoli a pagare di meno nell’intervallo, con pochi e secondari giocatori in partenza per il Qatar, tutti rientrati in tempo.

Lasciano il tempo perché ripartire da fermo è sempre un’incognita.

La partita di San Siro è già un bivio per questa seconda parte di stagione perché l’Inter ha a disposizione un solo risultato su cui sperare di tornare.

Dove eravamo rimasti? Non sappiamo quale sarà il titolo de Il Fatto Quotidiano.

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