Il primo Mondiale invernale in un Paese arabo, un’edizione unica nel bene e nel male, dagli stadi climatizzati alle telecamere di sicurezza accese 24 ore su 24, non è stato un torneo come gli altri.

I diritti umani sono stati calpestati nei cantieri e sospetti di corruzione sono stati portati all’attenzione del Parlamento europeo, che hanno accompagnato queste quattro settimane di calcio.

Il peccato originale di quel maledetto incarico nel 2010 è frutto dell’ingordigia della Fifa, della complicità delle istituzioni e di gran parte dei media che hanno preferito chiudere un occhio.

Ma Qatar 2022 evidentemente non ha insegnato nulla: in futuro la Fifa è pronta a fare anche di peggio, magari assegnando il Mondiale 2030 all’Arabia Saudita, e ancora prima, già nel 2026, trasformando il torneo in un baraccone di 48 squadre e addirittura 104 totali Giochi.

L’iter è iniziato ufficialmente quest’anno e al momento ci sono già tre candidati confermati: quello sudamericano di Argentina e Uruguay, esteso a Cile e Paraguay, con poche possibilità visto che nel 2026 si giocherà in Nord America.

Secondo le indiscrezioni l’Arabia Saudita è la favorita perché si presenta con Egitto e Grecia, ma soprattutto con una tonnellata di miliardi.

Sul fronte dei diritti umani, l’Arabia Saudita è un Paese ancora più arretrato, una sfida impossibile da vincere anche se avesse conquistato l’Occidente con il suo volto rassicurante e progressista.

Vedremo la nuova formula della Coppa del Mondo prima del 2030.

È stata l’ultima volta che si è tenuta la Coppa come la conosciamo da 25 anni.

Si parlava di 16 gironi da tre squadre, con partite senza pareggio in caso di parità ai rigori al 90′, ma nessuno ha capito come distribuirli.

In una formula che qualificherà addirittura 9 africani, 8 asiatici e 8 nordamericani, quante persone saranno tra quattro anni? The Saudi Arabia on pole for 2030 comes from Il Fatto Quotidiano.

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