Il vertice sul clima di quest’anno in Egitto riunirà decine di migliaia di partecipanti e più di 100 capi di stato per discutere i modi per ridurre le emissioni di gas serra.

Il vertice mira a basarsi sull’accordo sul clima di Glasgow creato al vertice dello scorso anno, nonché sull’accordo di Parigi del 2015, ma i partecipanti devono affrontare una realtà che fa riflettere.

Gli obiettivi di Parigi di limitare i livelli di riscaldamento a “ben al di sotto” della soglia dei 2°C e un obiettivo ambizioso di 1,5°C sono stati sollecitati dai funzionari.

Il mondo è in procinto di riscaldarsi tra 2,6 e 2,8°C entro la fine del secolo senza ulteriori tagli alle emissioni, secondo i rapporti pubblicati in vista della COP 27.

Molti paesi in via di sviluppo chiedono che venga prestata maggiore attenzione alle misure che possono aiutarli a far fronte agli effetti del cambiamento climatico, come la creazione di sistemi di allerta per il peggioramento di eventi meteorologici estremi.

Il vertice sarà probabilmente caratterizzato da un’intensa lotta sui finanziamenti per coprire i costi dei danni dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo.

Se i paesi non riescono a mettersi d’accordo su come portare avanti un meccanismo di finanziamento per ciò che l’ONU chiama “perdita e danno”, l’incontro fallirà.

Dall’inizio dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite nei primi anni ’90, i paesi in via di sviluppo hanno segnalato che spingeranno con forza per un meccanismo di finanziamento per perdite e danni.

La cartina di tornasole dell’impegno dei governi per aiutare a colmare tutte queste lacune sta ottenendo risultati concreti su perdite e danni, secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite.

A che punto sono gli Stati Uniti in merito a perdite e danni? L’inviato per il clima John Kerry è stato attento a non impegnarsi in un meccanismo di finanziamento specifico alla COP 27.

Kerry ha detto il mese scorso delle nazioni in via di sviluppo che cercano sostegno finanziario in risposta ai gravi disastri climatici.

I rapporti delle Nazioni Unite hanno preparato una scena che fa riflettere per il vertice.

Il mondo sta precipitando verso un riscaldamento fino a 2,8°C (5,06°F) al di sopra dei livelli preindustriali entro la fine del secolo, secondo il primo avvertimento.

Secondo il secondo rapporto, lo scorso anno solo 24 paesi hanno intensificato piani di emissioni più rigorosi.

Il presidente Biden, così come dozzine di altri leader mondiali, parteciperanno al vertice.

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