Mancano almeno 50 miliardi di euro al finanziamento della sanità pubblica italiana per avere un’incidenza simile ad altri Paesi Ue.

Nell’anno 2021 la spesa sanitaria del nostro Paese registrerà un gap del -328% rispetto a quanto registrato nell’anno precedente.

Per raggiungere gli altri Paesi servirebbe una crescita annua dei finanziamenti di 10 miliardi di euro per 5 anni, più quanto necessario per garantire la stessa crescita degli altri Paesi europei.

Concludono che se non si determina una crescita adeguata o non si creano le condizioni che arrestino la perdita di risorse umane e aprano la strada all’accesso alle innovazioni, si dovrà passare a una logica di universalismo selettivo.

Aumenta anche il disagio economico dovuto ai costi sanitari, con il 5,2% delle famiglie in questo stato che si trova in questo stato.

Né l’Italia può contare sull’attrazione di professionisti dall’estero: meno dell’1% dei medici entra nel nostro Paese, contro il 10% (fino al 30%) negli altri Paesi; analogamente, meno del 5% degli infermieri proviene dall’estero contro percentuali del 15% nel Regno Unito e del 9% in Germania”.

“I medici italiani, oltre ad essere pochi, guadagnano in media il 6% in meno e gli infermieri in media il 40% in meno rispetto ai loro colleghi europei e se, oltre alla forza lavoro, si volesse considerare anche la necessaria rivalutazione degli stipendi, l’onere per la spesa corrente del SSN salirebbe a 86,8 miliardi di euro.

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