Il fair play finanziario è finito, per cercare di salvare il calcio, oltre a introdurre una sorta di tetto salariale europeo, che avrebbe un impatto maggiore sulla gestione del club. Il Ffp non era più adeguato, se non lo è mai stato, a causa delle follie degli anni passati, che hanno portato decine di aziende sull’orlo del fallimento, e dei restanti eccessivi costi di stipendi e provvigioni. Il nuovo regolamento sulle licenze dei club e la stabilità finanziaria, che consente ai club di subire perdite maggiori rispetto al passato ma limita le spese per stipendi e trasferimenti, necessitava di un cambio di passo per essere approvato dall’esecutivo. L’obiettivo sostenibile può essere raggiunto attraverso tre pilastri. La regola sui costi di squadra, per migliorare il controllo sugli stipendi dei giocatori e sui costi di trasferimento, è l’innovazione più grande. Se un club gode di buona salute finanziaria, potrà riportare perdite fino a 90 milioni di euro in tre anni. Secondo le leggi dell’UE e dei singoli paesi, un tetto salariale non può essere introdotto come negli Stati Uniti, ma i club dovranno limitare la spesa per stipendi di giocatori e personale, trasferimenti e agenti al 70% delle entrate totali entro la stagione. Ci sarà un approccio graduale alla normativa, che entrerà in vigore da giugno, con il tetto che scenderà alla scadenza media dei contratti attuali per tre anni. Il tetto salariale è stato introdotto nell’articolo Financial Fair Play.

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