Non è vero che i “signori di Mosè” avrebbero pagato il conto per le tangenti e gli errori di costruzione che sono costati 6 miliardi e mezzo di euro. Lo scandalo è iniziato quando la Corte dei conti ha recuperato quaranta milioni di euro dalle tangenti raccolte e distribuite. È calato il sipario per tutti i costi di una felice gestione, che ha avuto come stakeholder l’ingegner Giovanni Mazzacurati e le grandi aziende del Consorzio Venezia Nuova. Lo stato ha pagato e firmato transazioni per porre fine alle controversie. Una manifestazione, giunta qualche giorno fa, è emersa dallo stato di abbandono in cui sono rimasti i cancelli del sistema di dighe mobili, che dovrebbero salvare Venezia dalle acque alte. Non pagherà più nessuno. Il Piano di Restauro Certificato del Consorzio Venezia Nuova ha consentito al liquidatore di salvare i bilanci ed evitare un fallimento che avrebbe paralizzato l’opera. Nello scandalo sono coinvolte tre grandi aziende associate al Consorzio. Il Ministero delle Infrastrutture e la Presidenza del Consiglio dei ministri avevano avviato una causa del valore di 84 milioni di euro, di cui 76,5 milioni per danni all’immagine e 7,6 milioni per danni da abuso di funzione, oltre che per violazione del patto sociale. The Venezia Nuova Consortium will pay 10 million euros in 2023. Complessa l’intesa tra Consorzio e Soprintendenza ai Lavori Pubblici. Sono 132,4 milioni le “somme riconosciute provvisoriamente”, di cui 90 milioni saranno corrisposte dalla Soprintendenza al Consorzio, mentre 42,6 milioni saranno addebitate alla Concessionaria. Quest’ultimo si assume buona parte del debito del Consorzio, ovvero gli interventi che CVN avrebbe dovuto fare per riparare agli errori commessi. Poco importa se è stato recentemente fissato un nuovo piano con il completamento dei lavori previsto per la fine del 2024 o addirittura per l’anno 2025. L’accordo prevede ora che le sanzioni per ritardo si intendono scadute, per effetto dell’allungamento dei tempi di esecuzione degli interventi e del nuovo calendario. Il Consorzio Venezia Nuova e il Ministero delle Infrastrutture hanno ricevuto una richiesta di 218 milioni di euro da Grandi Lavori Fincosit spa e High Trade. L’ingegnere ei suoi eredi saranno manlevati da ogni responsabilità per danno d’immagine nel procedimento civile promosso dal governo, mentre il Consorzio Venezia Nuova pagherà un debito di 5 milioni e 350mila euro per onere fiscale. Alla presidenza del consiglio e ai commissari del consiglio sono stati chiesti oltre 200 milioni di euro.

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