Il vero punto è che non si tratta tanto di vincere un Oscar, che è ben meritato, ma di primato nel mondo dello streaming. È sbagliato raccontare cosa sta facendo lo streaming a un’intera generazione nata con l’abbuffarsi di serie tv messe a disposizione tutte in un colpo solo, ma in realtà è un modo nuovo e ancora da finire di inventare di creare e presentare contenuti. Per diventare la piattaforma di tutti i canali possibili, con una programmazione pressoché infinita e un motore di raccomandazione degno di quello dello store Amazon, Netflix ha creato un paradigma. Prime cerca di spingere su produzioni prodotte autonomamente e soprattutto fantascienza, seguendo le orme dei Jeff Bezos. Più o meno noti, ci sono decine di tentativi come questo. Un sistema di rete come quello delle grandi reti televisive americane, ABC, NBC, viene ricreato da Amazon e Netflix. Il pubblico da casa è condiviso dalla CBS. Un “sistema” a cui anche Google tenta timidamente di partecipare, ma a modo suo: l’inerzia di YouTube, gigantesco contenitore informe di qualsiasi cosa (con giganteschi problemi di copyright, tra l’altro) fatica a trasformarsi in una piattaforma per lo streaming a pagamento . Invece di costruire un servizio di streaming, come ha fatto Disney con Disney+, Apple ha deciso di costruire una piattaforma di piattaforme. Come ciliegina sulla torta, Apple ha giocato il gioco dei suoi contenuti esclusivi spendendo relativamente meno anche se era un modo più ponderato e strategico. Tutte le piattaforme le devono avere, ma a differenza di altre piattaforme non c’è materiale d’archivio e mirano soprattutto a lasciare un segno. Apple dimostra che è possibile entrare in un settore come quello della televisione via streaming, ovvero delle produzioni cinematografiche e televisive.

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