Tra il Guangzhou e la nazionale cinese, fianco a fianco con giganti del nostro calcio come Lippi e Cannavaro.

Uno scout internazionale sempre pronto a saltare su un aereo per inseguire talenti in giro per il mondo è una vita dedicata al calcio.

Alla vigilia di un anno in cui il calcio giovanile tornerà finalmente a pieno regime dopo l’influenza suina, ilfattoquotidiano.it lo ha intervistato per capire meglio quale sia la sua professione.

Nel 1995 ho iniziato per gioco, ma due anni dopo era un vero lavoro.

Il primo periodo è stato quando ero osservatore per il settore giovanile dell’Empoli.

Sono rimasto in quell’ambiente fino a quando non sono entrato nello staff di Lippi e sono entrato nella panchina della Nazionale.

Ho lavorato sia con Lippi che con Cannavaro, che è subentrato alla panchina del Guangzhou quando Lippi è passato dal campo alla sua scrivania.

Qual è la differenza tra scouting per un club e una nazionale? Il livello del calcio in Cina è molto più basso che in altri paesi.

I giocatori guadagnavano molto e tendevano a stare a casa, motivo per cui c’era un motivo.

Sono sempre stato scettico su questa pratica, o meglio sul suo uso eccessivo, anche se un giocatore come Elkeson faceva molto comodo dal punto di vista prettamente tecnico.

Nel primo periodo dell’Empoli lo scoutismo estero era poco praticato e quasi non esisteva.

Abbiamo viaggiato da un luogo all’altro, allacciando contatti con le istituzioni calcistiche, perché all’epoca in video non c’era quasi nulla.

Il primo torneo a cui ho partecipato è stata la Coppa d’Asia Under 16.

Per motivi facilmente intuibili, frequento tornei come la Coppa d’Africa U17 e U20 con un po’ più di attenzione rispetto ai sudamericani della stessa fascia d’età.

È fuori strada se pensa di voler fare questo lavoro solo guardando le partite in video.

Ci sono troppi aspetti, e non parlo di cose prettamente calcistiche, che possono essere colti solo con l’osservazione dal vivo.

La tecnologia è benvenuta, tuttavia deve rimanere un valido supporto allo scout e non cercare di sostituirla.

A quel tempo, il Real Madrid era interessato a Brugman, che era uno dei ragazzi sudamericani di cui si parlava di più.

Ci siamo interfacciati con la famiglia del giocatore in un albergo di Asuncin, sede del torneo, prima di concludere l’affare.

Le sfumature di un calciatore si possono comprendere appieno solo parlandone con l’interessato e la sua squadra.

In Italia scout e direttori sportivi usano l’altezza come uno dei criteri guida nella selezione dei giovani calciatori.

Questa è una parte del gioco.

Dopo averlo esaminato attentamente durante la Coppa d’Africa U20, ne ho proposto l’acquisto all’Empoli, ma la società toscana non è riuscita a trovare un accordo definitivo con il club di appartenenza del talento ghanese.

Il calcio giovanile tornerà alla grande dopo il periodo pandemico.

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