Il primo giorno, ogni rumore di passi ci faceva sobbalzare.

Erano i panettieri della prigione che andavano a lavorare all’alba.

Ho ringraziato Dio per avermi permesso di vedere attraverso le sbarre della finestra un quadratino d’azzurro quando i primi raggi di sole indoravano il tetto della casa di fronte.

Così il diario di Osiride descrive la sua prigionia e deportazione nel suo libro “Da Buchenwald a Belsen”.

Le memorie di un deportato si trovano sul sito della Fondazione a lui intitolata o nella sua casa museo a San Giacomo.

Gli uomini ci stavano aspettando.

comandato da un brutto delinquente con una mazza in mano, che ci ordinò di metterci in cinque, iniziò a sferrare duri colpi con un bastone sulla schiena di chi non era perfettamente allineato.

Ci siamo diretti verso il campo dopo aver lasciato la piccola stazione terminale.

“A ciascuno ciò che si merita” è l’iscrizione sul grande portale indicato dalla freccia.

Molta gente in fila nelle baracche, andirivieni di uomini vestiti con una specie di pigiama a righe verticali grigie e blu, davanti alla porta del campo.

Ogni tanto c’è un soldato delle S.S.

C’è una frusta in mano.

Il gruppo a cui apparteneva l’uomo è stato spogliato di tutto, per poi essere spostato da una grande stanza all’altra dove una ventina di barbieri hanno proceduto con delle forbici elettriche a privarci di tutti i peli del corpo.

Sono stato introdotto in un’altra sezione delle docce, ma prima di poterne godere il beneficio, siamo stati costretti ad immergerci in una vasca contenente Disinfettante.

Mentre passavamo davanti a un bancone, altri detenuti ci hanno lanciato una camicia, un paio di pantaloni, un berretto e una giacca civile con una croce a forma di X dipinta sul retro, che sembravano confermare l’annullamento della nostra personalità.

Eravamo ridotti a un branco di cenciosi, molti dei quali non ci conoscevano.

C’è un numero assegnato alla persona.

Sarà portato da Buchenwald a Dora e Belsen.

Una parte del museo visitabile gratuitamente suscita ogni anno l’emozione di moltissimi visitatori.

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