Approvato dal Consiglio dei ministri il Documento di Economia e Finanza legato alla prossima Legge di Bilancio. Il documento tiene conto del peggioramento della situazione economica causato da vari fattori, dalla crisi in Ucraina al picco dei prezzi di energia, alimentari e materie prime, fino all’andamento dei tassi di interesse e allo stallo dei mercati di esportazione. Ogni anno il DEF viene redatto dal Governo per presentare al Parlamento gli obiettivi di politica economica e le strategie per raggiungerli con un elenco di riforme programmate. L’approvazione del DEF 2022, arrivata all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile 2022, dà il via all’iter che, entro la fine dell’anno, porterà al via libera della Legge di Bilancio 2023. Per comprenderne i contenuti è necessario precisare che gli scenari presentati nel documento si distinguono tra il quadro tendenziale, che recepisce le previsioni di finanza pubblica previste dalla normativa vigente, e quello programmatico, che sconta gli effetti delle misure di finanza pubblica che il Governo intende da adottare con il disegno di legge di bilancio. Le maggiori risorse stanziate sostengono famiglie e imprese e contribuiscono ad aumentare i consumi delle famiglie di 0,1 punti percentuali nell’anno in corso rispetto allo scenario tendenziale. Le misure adottate ad aprile avranno un impatto sul PIL che dovrebbe raggiungere lo 0,2 punti percentuali nel 2022. La differenza tra quanto previsto in base alle misure operative e quelle che saranno attivate nel 2023 è contenuta. La parte della spesa pubblica che supera le entrate è indicata per quest’anno al 5,1% del PIL e scenderà al 2,7% del PIL in 25 anni. Nel DEF 2022 il rapporto Debito – PIL scenderà al 147% quest’anno e salirà gradualmente al 141,4% nel 2025, un livello leggermente superiore allo scenario tendenziale. L’obiettivo è riportare il rapporto debito/PIL ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio. Il rapporto debito pubblico/PIL è sceso dal picco del 155,3% raggiunto nel 2020 a causa della crescita sostenuta della produzione in termini nominali. Il carico fiscale calcolato secondo i criteri di contabilità nazionale dovrebbe essere ridotto dal 43,5% del 2021 al 43,1% del DEF 2022, secondo il Governo. Nello scenario più sfavorevole la crescita del PIL reale nel 2022 sarebbe pari a 0,65 e nel 2023 a 0,45, secondo gli scenari di rischio contenuti nel DEF 2022. Il secondo trimestre dovrebbe avere una moderata ripresa della crescita del PIL. “Al fine di coprire adeguatamente queste esigenze, sarà effettuata una revisione della spesa corrente che produrrà risparmi crescenti nel tempo senza pregiudicare l’erogazione dei servizi pubblici e l’attuazione delle politiche sociali”, si legge nel Documento. Il deflatore dei consumi delle famiglie, cresciuto dell’1,7% nel 2021, aumenterà probabilmente del 5,8% nel 2022, contro una previsione dell’1,6% nella NADEF. La nuova previsione di crescita del PIL nominale è solo leggermente inferiore alla previsione NADEF. Il documento programmatico è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Nel Documento di Economia e Finanza è presente una nota metodologica sui criteri per la formulazione delle previsioni di andamento. La Sezione III del documento di economia e finanza riguarda il programma nazionale di riforma. Nel documento economico e finanziario è inclusa una valutazione d’impatto delle riforme. L’Appendice 2 contiene tabelle di approfondimento fornite dalle Linee Guida della Commissione Europea.

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