La Fondazione Margherita Hack scende in campo con una nota firmata “Cda” dopo che la richiesta di contatto del Piccolo con il direttore Marco Santarelli è stata ritardata. L’associazione che ha avuto il sostegno del Comune di Trieste ha in preparazione diverse iniziative, tra cui la catalogazione dei 18.000 libri donati dall’astronomo. La nipote di Hack, come la comunità scientifica, ha espresso perplessità per un’associazione e il suo direttore. L’Università di Trieste ha chiarito di non aver mai ricevuto proposte di collaborazione. Il direttore esecutivo Santarelli è abruzzese e ha conosciuto Hack in Abruzzo. La catalogazione dei libri non è mai iniziata. Prevede una spesa di 80mila euro a carico della Fondazione, che garantisce che il Comune non possederà mai nulla. L’unica colpa della Fondazione è di essersi proposta senza chiedere alcun contributo pubblico, e “fino a poco tempo molti hanno ignorato”, si legge nella nota. La Fondazione riconosce di non contare scienziati, ma persone legate dal “leitmotiv” della “diffusione” e con curricula “impeccabili”. Santarelli ha collaborato con Hack e ha tre libri firmati da lei. Tra le altre attività del direttore – che nel curriculum cita come aree di studio “Network Analysis, Critical Infrastructures, Intelligence, Philosophy of Interactions, Humint and Predictive Intelligence on counter-terrorism and Environmental Security section”, c’è quella di “visiting professor of il Master in Comunicazione Digitale »all’Università di Parma e l’insegnamento alla Poliarte di Ancona. La Fondazione non possiede i libri e quindi non possiamo concedere alcun diritto d’autore ad eccezione del logo e dell’immagine della Fondazione. Il sindaco Dipiazza ha detto a Piccolo di ritenere che queste persone rappresentassero l’associazione che seguiva gli interessi di Hack. La Fondazione scrive che saranno a Trieste perché è importante fare chiarezza. Non crediamo di essere gli unici custodi delle attività di Hack, ma non crediamo sia corretto che qualcuno pensi di impedirci di fare affari.

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