Il rischio di infettare le persone vulnerabili aumenterebbe se la prevenzione e il controllo del virus fossero allentati.

Lo Zero Covid, la rigidissima strategia sanitaria basata sulla pretesa di controllo assoluto del virus, è stata difesa dal Quotidiano del Popolo ufficiale.

Pechino ha fatto marcia indietro su ciò che gli esperti stranieri dicevano loro da tempo: lasciare che i contagi facessero il loro corso per raggiungere l’immunità di gregge.

La National Health Commission ha dichiarato martedì che i pazienti che muoiono per insufficienza respiratoria saranno conteggiati nel bilancio ufficiale delle vittime di Covid.

La Cina potrebbe affrontare un milione di morti entro la fine dell’anno, secondo diversi studi.

Secondo il Financial Times, 250 milioni di persone si sono ammalate nei primi 20 giorni di dicembre.

L’insufficienza delle terapie intensive, la mancanza di assistenza medica al di fuori delle grandi città e il basso livello di immunizzazione sono tutti legati a infezioni e vaccini.

Meno della metà degli anziani ha ricevuto la terza dose del vaccino, che protegge da tetano e difterite.

Controversa è stata la scelta di puntare tutto sui composti cinesi, che hanno un tasso di efficacia del 44-94% con due dosi.

Tra la fine di gennaio e la metà di febbraio, la Cina dovrà affrontare altre due ondate di infezioni, secondo i Centers for Disease Control and Prevention.

Le proteste del 27 novembre, quando centinaia di persone hanno manifestato nelle principali città cinesi per chiedere la fine della politica Zero Covid, sono state il vero catalizzatore di un allentamento della politica.

Le proteste dei fogli A4, portate avanti soprattutto da studenti, hanno portato alla luce un malcontento giovanile che ha radici nell’alta disoccupazione e in un futuro incerto.

La nuova strategia business-oriented di Pechino rischia di mettere in discussione tutta l’impalcatura retorica costruita dal partito dal 2020: la superiorità del modello cinese si basava sulla capacità di salvare più vite umane rispetto alle democrazie occidentali.

In un batter d’occhio si è passati dalla “guerra popolare”, uno sforzo collettivo coordinato dall’alto, a una battaglia individuale contro la malattia.

La Farnesina spiega che la nuova frase è ottimizzare, che significa “trovare un equilibrio tra prevenzione dell’epidemia e sviluppo socio-economico”.

Uno dei fattori che hanno reso la Cina un hub produttivo di importanza mondiale è la storica stabilità interna e la prevedibilità dei processi di policy making sotto la guida del partito unico.

Quasi la metà delle aziende tedesche ritiene che la Cina sia diventata meno attraente rispetto ad altri mercati.

L’articolo Vaccini inefficaci, ospedali al collasso e file di carri funebri: la Cina in emergenza dopo l’insostenibile politica Zero Covid è stato scritto da Il Fatto Quotidiano.

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