La grotta Chauvet è una replica esatta di cui tutti in Francia possono entrare. Nel sud della Francia c’è una grande grotta in cui l’uomo ha reso omaggio alle sue prime divinità e ha creato le prime manifestazioni artistiche per settemila anni. Qui quasi un centinaio di dipinti raffiguranti cavalli, bisonti, leoni, rinoceronti e cervi – secondo le ricostruzioni degli studiosi, tutti spiriti di divinità animali – dimostrano che l’uomo era già maestro di tecniche come la sfumatura per dare un senso prospettico e volume alle figure: rivelava l’azione e la tensione emotiva dei soggetti rappresentati, anticipando i metodi del Rinascimento. La grotta è stata chiusa al pubblico per evitare il degrado a causa del caldo dei dipinti già visti in altre grotte. Dieci anni fa sono iniziati i lavori per creare una replica, che permettesse di non alterare i dipinti originali e garantire a tutti di poter visitare questo straordinario monumento. Chauvet 2 è la replica più grande e precisa al mondo di arte muraria preistorica, è una grotta artificiale che riproduce quelle opere d’arte a grandezza naturale, in un ambiente ricostruito con il metodo dell’anamorfosi, che garantisce la stessa percezione che si verifica. L’ingresso naturale della grotta fu chiuso 29.500 anni fa perché frequentata dall’uomo del Paleolitico. I moderni scopritori della grotta, Liette Brunel e Christian Hillaire, sono entrati accidentalmente da una fessura nel dicembre 1994 e sono finiti in un ambiente sotterraneo di 8.500 metri quadrati. Nel caso degli uomini preistorici che per primi esplorarono la grotta, videro nelle stalattiti dei mammut e ne segnarono la forma animale tracciando i contorni con l’ocra rossa. I “punti palmari” sono toppe sui palmi delle mani che devono essere stampate sui muri. Queste ‘firme’ compaiono sulle pareti della grotta con l’impronta positiva di mani intere, solitamente a destra, e con la tecnica dello stencil, in modo da lasciare il negativo dell’intera mano. L’unico modo per vedere e dipingere in questa parte della grotta era usare le torce. Le figure sono nere, ma non rosse, quando le pareti diventano di nuovo dure. La grotta era un rifugio per gli orsi, come dimostrano i graffi sulle pareti o gli avvallamenti causati dal loro peso. In un dipinto, una coppia affiatata di leoni ci ricorda che 30mila anni fa i maschi non avevano ancora evoluto la criniera. Ci sono bufali che danno il senso della razza. La grotta Chauvet non è stata ancora scoperta, quindi Goncharova non poteva sapere che qualcuno avesse avuto la stessa idea 30mila anni fa.

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