La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere l’ultimo chiodo nella bara della globalizzazione. La guerra in Ucraina si preannuncia come l’ultimo chiodo nella bara della globalizzazione mentre paesi come gli Stati Uniti iniziano a ripensare agli ultimi decenni di spostamento delle catene di approvvigionamento all’estero. Le misure rivolte all’enorme settore energetico russo hanno fatto aumentare i prezzi delle principali materie prime. La parziale rimozione della Russia dai mercati energetici ha esercitato una nuova pressione sull’offerta globale. Nel suo discorso in cui annunciava il divieto degli Stati Uniti sul petrolio russo, il presidente Joe Biden ha sottolineato l’importanza di diventare “indipendenti dal punto di vista energetico” per proteggere la nostra economia. Il Paese dovrebbe accelerare la transizione verso l’energia pulita a causa dell’embargo. Il Defence Production Act sarà utilizzato dalla Casa Bianca per accelerare la produzione interna di minerali utilizzati nelle batterie. Un alto funzionario dell’amministrazione ha affermato che il percorso verso una vera indipendenza energetica americana dipendeva dalla riduzione della nostra dipendenza dal petrolio straniero e dai combustibili fossili. Gli Stati Uniti stanno valutando i modi per fare meno affidamento sulle risorse altrui, il che può aiutare a isolare i paesi da shock come l’invasione della Russia. Molto probabilmente l’inflazione continuerà a essere un problema se la guerra Russia-Ucraina porterà a un ordine economico deglobalizzato. Non significa la fine del commercio globale, ma significa che è probabile che i paesi diano la priorità alla produzione interna per i beni essenziali per la vita quotidiana. L’interconnessione del mercato energetico globale ha spinto i prezzi al rialzo anche se il petrolio russo rappresentava solo il 3% delle importazioni di greggio statunitensi. La deglobalizzazione sembra ora essere la linea di base, il che porterebbe a prezzi più alti. La matematica è molto semplice. Gli americani dovrebbero pagare per un movimento “Made in America”. In una lettera del 24 marzo agli azionisti, Larry Fink, l’amministratore delegato del colosso degli investimenti, ha affermato che riportare le catene di approvvigionamento negli Stati Uniti molto probabilmente farà sì che l’inflazione continui a salire. Anche se l’Occidente si allontana da autocrazie come Russia e Cina, manterrà comunque le partnership commerciali interne. Cina e Russia hanno uno stretto rapporto economico nonostante la Cina non si sia formalmente schierata con la Russia nell’invasione dell’Ucraina. La guerra in Ucraina accelererebbe il “perno verso est” della Russia e consoliderebbe la sua alleanza con la Cina secondo l’EIU. Il legame della Russia con l’Occidente verrebbe infranto e si formerebbe un nuovo blocco economico con cui competere. Molti paesi cercheranno di mantenere un piede in entrambi i campi, ma alcuni si schiereranno, secondo l’EIU.

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