C’erano video sui social media che mostravano sospetti crimini di guerra russi. I video che mostrano potenziali crimini di guerra russi nella città ucraina di Bucha hanno invaso i social media mentre giornalisti e ricercatori lavoravano 24 ore su 24 per documentare e verificare le atrocità. Alcune delle peggiori atrocità della guerra sono state mostrate nel filmato, con corpi che giacciono nelle strade e uccisioni di civili. Alcuni dei video e delle foto condivisi sui social media sembravano mostrare persone morte a terra con le mani legate dietro la schiena. Martedì, l’agenzia di stampa statale RIA Novosti ha pubblicato una colonna d’opinione in cui affermava che gli omicidi di Bucha erano uno stratagemma delle nazioni occidentali per imporre più sanzioni alla Russia. “Penso che con tutto quello che è successo a Mariupol, penso che a quel punto ero tipo, questa è la più ovvia campagna di disinformazione”, ha detto Rachel Muller-Heyndyk, il verificatore senior di Logically AI, una società che tiene traccia della disinformazione online . I corpi non sono stati visti nei video fino a pochi giorni dopo la partenza delle truppe russe alla fine di marzo o all’inizio di aprile, secondo i canali ufficiali russi. Il 1° aprile è apparso il primo filmato che mostrava la morte di civili. Ci vuole molto tempo, e molta pazienza, per verificare video e immagini in questo momento caotico. In un post del 3 aprile su Telegram, il ministero della Difesa russo ha affermato che un video di corpi di civili a Bucha è stato manipolato perché dicevano che i cadaveri sembravano muoversi. Funzionari russi hanno affermato che stavano bene quando sono usciti dalla città e che i corpi visti sdraiati per strada sono effettivamente apparsi in seguito. Ha detto che non aveva senso. Ci sono stati video girati il ​​1 e il 3 aprile che mostravano corpi che giacevano nella stessa posizione. La propaganda russa sta cercando di creare una negazione plausibile sulle atrocità della guerra perché crede che le persone in Russia abbiano già visto i filmati o le foto. Muller-Heyndyk ha detto che non c’era un solo pubblico per la disinformazione russa, ma che la sfiducia nei confronti delle fonti di notizie e di altri che in precedenza avevano creduto nelle teorie del complotto li ha resi più propensi a diffonderla.

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