La presenza delle truppe russe a marzo a Chernobyl, città dove nel 1986 si verificò un gravissimo incidente alla centrale nucleare, è confermata dallo svolgersi degli eventi e dai riscontri sul territorio. Soldati russi hanno recentemente lasciato l’area dell’ex centrale, che è tornata nuovamente sotto il controllo delle forze ucraine: in questi giorni stanno emergendo sempre più prove che i russi abbiano usato pochissima cautela mentre si trovavano in una delle zone più pericolose luoghi nel mondo. La zona di alienazione della centrale fu occupata da alcune truppe russe all’inizio dell’invasione dopo il disastro del 1986. Le immagini e le foto satellitari mostrano che i russi avevano scavato trincee e stabilito accampamenti nella foresta intorno all’impianto, esponendoli a livelli molto elevati di sostanze radioattive altamente pericolose. In un messaggio condiviso sul suo canale Telegram, il vice primo ministro ucraino Vereshchuk ha scritto che l’esercito russo trasportava “ogni giorno tonnellate di razzi, granate e munizioni” che venivano depositate nella vicina città di Pripyat, ignorando il fatto che una fortuita esplosione durante il trasporto potrebbe essersi danneggiato. Valeriy Simyonov, capo della sicurezza presso il sito di Chernobyl, ha affermato che a un certo punto un soldato russo ha maneggiato un oggetto senza guanti che conteneva un materiale estremamente pericoloso, che era tenuto in un magazzino. L’agenzia ucraina ha dichiarato a fine marzo che alcuni soldati russi avevano mostrato sintomi di assorbimento di sostanze radioattive dopo aver trascorso del tempo in un’area vicina all’impianto. Secondo il ministro dell’Energia ucraino German Galushchenko, i soldati russi che hanno scavato trincee vicino alla centrale nucleare hanno un’aspettativa di vita fino a un anno.

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